Nirvana è un film del 1997 diretto da Gabriele Salvatores.
In una metropoli formata da un Centro protetto e da pericolose periferie etniche (Marrakech, Shangai Town, Bombay), tre uomini cercano di sfuggire all'infelicità della propria vita reale o immaginaria:
Jimi (C. Lambert), ideatore del videogiochi;
Solo (D. Abatantuono), protagonista di un videogioco creato da Jimi;
Joystick (S. Rubini),
hacker di periferia, perseguitato da nemici e creditori.
A pochi giorni dall'uscita sul mercato del videogioco, chiamato appunto Nirvana, l'unica copia in possesso di Jimi Dini viene infettata da un virus.
L'infezione ha un'unica singolare conseguenza: fa prendere coscienza della propria "esistenza" il personaggio principale del gioco, Solo.
L'uomo si mette in contatto con Jimi e chiede di essere cancellato prima di venire copiato e venduto in tutto il mondo.
Jimi intraprende un viaggio nelle zone periferiche della città, per riuscire a trovare qualcuno capace d'introdursi nei sistemi della Oko
sama Star (la compagnia per cui lavora Jimi), ma anche per ritrovare Lisa, la ragazza che lo aveva abbandonato l'anno prima.
Durante il viaggio incontra Joystick e Naima.
Attraverso il terminale di una stanza d'albergo, i tre penetrano nel cuore della Okosama Star e trasferiscono milioni di denaro sporco conservati nel database ai conti di conoscenti e amici e il restante agli abitanti delle periferie.
Il gioco, però, viene scoperto. Joystick e Naima scappano, ormai ricchi;
Jimi decide di restare per onorare la promessa fatta a Solo e cancellare Nirvana.
L'operazione gli richiede troppo tempo, gli uomini della Okosama Star fanno irruzione nella stanza e lo uccidono (o almeno si presuppone che sia cosi).
Nirvana è uno dei pochi film di fantascienza italiani, con un cast internazionale, ad utilizzare in modo massiccio effetti speciali generati al computer e a raccontare una storia ambientata nell'universo del cyberpunk.
Il film deve molto, per quanto riguarda ambientazioni ed effetti speciali, a pellicole come Blade Runner.
La parte più filosofica della trama richiama i temi trattati nel film Disney Tron (1982), anticipando le tematiche del Matrix (1999).
L'immagine della Dea Kali in blu, che tira fuori la lunga lingua, è una irriconoscibile Luisa Corna.